domenica 30 gennaio 2022

I diritti si sommano non si sottraggono.

Non riesco a capire perchè in Italia ogni volta che si parla di diritti, c'è sempre qualcuno che ritiene obbligatorio spiegare a tutti che un "diritto" in più sia la fine della civiltà Occidentale.
I diritti si sommano non si sottraggono, quindi se un uomo vuole amare un altro uomo oppure dividere la sua casa con un canarino, queste cose in un paese civile sono questioni che non ci riguardano, perchè attengono alla sfera privata e in quanto tale nel privato devono restare.
Lo stesso dicasi per il mondo del lavoro, si parla sempre di togliere i diritti a chi c'è li ha, invece di darli a chi non c'è li ha.
Ed il popolo bue casca ormai da tempo immemore in questo ignobile espediente da quattro soldi, ci ritroviamo quindi sempre al punto di partenza.
È come quella vecchia storia del marito che si taglia gli attributi per far dispetto alla moglie.

sabato 22 gennaio 2022

Tra necessarie scelte e ego malato.

Bisognerebbe imparare a volare, poter guardare tutto e tutti dall'alto. Bisognerebbe introiettare nell'animo nostro la necessaria e vitale dose di leggerezza e distacco. Bisognerebbe trovare un vaccino al narcisismo fine a se stesso. Ma soprattutto far si che non prevalga lo spirito "ferino" che alberga in ognuno di noi. Bisognerebbe fare qualche promessa e mantenerla, guardare ma soprattutto guardarci. Per farlo bisognerebbe studiare e spersonalizzare, l'incontro con il volto dell'altro non è desiderio di vedere nel nostro interlocutore se stessi. Bisognerebbe quindi fuggire a gambe levate da questa continua e asfissiante malattia chiamata ego. Mi rendo conto di voler troppo dal mio "programma di governo" ma se non punti in alto la vincita è misera. Bisognerebbe quindi non guardarsi, ammirarsi e amarsi nello specchio delle proprie vacue e insignificanti vanità. Forse il gesto del barbiere che con lo specchio fra le mani svela la sfumatura del taglio al proprio cliente è quello che riassume il tutto; lo specchio come strumento per osservare l'altro, aprendosi ad orizzonti nuovi e sconosciuti; lasciandosi alle spalle la macabra danza delle vanità, che fra parole melliflue e suoni accattivanti ci porta velocemente sul limite pericoloso della nostra insignificanza. Allo stesso tempo però bisognerebbe imparare a scegliere a discernere, a non vendere la nostra "merce" come se i saldi di fine stagione non finissero mai. Come se i giorni, i mesi, gli anni conoscessero un solo colore; il grigio uniforme della nostra coscienza che paurosa resta immobile, perchè un si o un no potrebbero cambiare radicalmente i parametri del nostro tranquillo e noioso vissuto quotidiano. Ma fare delle scelte non è facile, decidere dove stare, con chi stare, chi lasciare è da uomini; quelli veri, quelli non legati alle piccole meschinità quotidiane, quelle che per un solo attimo ci fanno credere di essere qualcuno in spirito e in corpo. Ma forse chiedo troppo, forse viaggio fra mondi e galassie sconosciute, governate da altri principi in una dimensione spazio - temporale che ci lascia il tempo di pensarci come esseri finiti nel gioco malvagio di un tempo sospeso nell'eterno presente.

venerdì 7 gennaio 2022

Molti dubbi e poche certezze

Odio i moralisti con tutto me stesso, quelli delle regole buone per tutti tranne che per loro. Quelli che ti dicono in maniera "teologica" quello che è giusto, quelli che venderebbero la madre eppure il padre per un plauso di "mediocre consenso" al loro "verbo". Quelli dell'arroganza vestita di bonomia, di buoni consigli che spesso si traformano in furenti accuse. Odio gli anti-qualcosa a prescidendere, detesto chi non si ferma, chi non ha un dubbio, chi con atteggiamenti a metà tra il violento e il disturbato nell'arco di poche ore ti elegge santo e pubblico peccatore. Odio i sociologi del nulla, gli antropologi del niente, i filosofi del vuoto riempito di parole inutili. Odio chi vive vite inventate, costruite, false. Odio chi non prova vergogna, chi non riflette, chi costruisce tutto con la sabbia e non con il cemento dei propri dubbi. Odio chi non si ferma, in ossequio al detto " chi si ferma è perduto". Odio i finti personaggi, spregiudicati cantori del loro nulla, i bugiardi patologici, gli invidiosi che cercano rivincite con la cattiveria gratuita. Stasera è così...

mercoledì 5 gennaio 2022

I conformisti dell'anticonformismo militante.

Vivi gli anni della tua prima giovinezza nell'idea "rivoluzionaria" della famiglia, dei figli e del matrimonio come predisposizione piccolo borghese alla tranquilla salvaguardia della specie; guardando disgustato le famigliole post mulino bianco. Poi succede che ti sposi in chiesa, scandalo, con rito cattolico, doppio scandalo, poi fai pure un figlio e piano piano il misfatto si compie. I tuoi coetanei pre e post quarantenni ti guardano ghignanti e soddisfatti: eccolo qua l'ipocrita finto rivoluzionario con famigliola al seguito. Sommessamente ti riprendi dal Santo tribunale dei liberi cittadini e sfogli mentalmente il curriculum vitae di molti di questi personaggi: 1) Sono libero ma abito ancora a casa dai miei; 2) al massimo faccio vita autonoma, ma al bucato alla riserva alimentare ci pensa mammina; 3) ho una donna che sopporta il mio "verbo" di libero pensatore, ma in cuor suo vorrebbe sposarsi e avere dei figli; 4) se la donna periodicamente e sommessamente  me lo fa notare spaventato chiamo mamma l'unico vero amore della mia vita. Quanto mi fanno ridere questi conformisti dell'anticonformismo militante.

martedì 4 gennaio 2022

Ci vuole tempo per chiamarlo amore. Sette anni fa ci lasciava Pino Daniele.

Ho sempre pensato che un artista é tale quando la sua arte diventa con il tempo arte di tutti. I colori caldi e allo stesso tempo delicati della musica di Pino Daniele, il suo timbro vocalico così inusuale e flautato, le sei corde pizzicate con maestria e romanticismo mai banale, l'immediatezza della sua scrittura mai mero esercizio intellettuale, la velata e tenera tristezza dell'artista del popolo che guarda al blues, al jazz e al pop come strumento di diletto e riflessione allo stesso tempo mi fanno venire in testa una riflessione dell'immenso Massimo Troisi che paragonava Pino Daniele al grande De Filippo un napoletano non folkoristico detentore di un linguaggio universale declinato attraverso l'uso mai banale di un arte che da locale è diventata internazionale.

Cento domeniche.

Albanese come sempre è magistrale nel ruolo dell'uomo comune, quello fuori dai canoni correnti, la persona onesta che crede  nella buona...