domenica 27 febbraio 2022

La guerra, i sentimenti e la nostra naturale inadeguatezza al senso ultimo dell'essere animali razionali.

Il fuoco che taglia il cielo,la polvere che graffia la gola ed intasa i polmoni, il fiato che manca e le tempie che pulsano. Giovani vite che ti fanno domande così complicate, tanto da farti sentire inadeguato, perché la guerra, il rumore sordo delle bombe che cadono in testa a persone come noi, a poche ore di volo, dalla nostra apparente e insignificante tranquillità, non la puoi spiegare se non correndo il rischio di calpestare una grossa "merda". Sentono i loro genitori, immaginano scenari da war games di ultima generazione, in quella brulla terra di mezzo, a cavallo tra reale e metafisico, di quello che quasi sicuramente è il tratto distintivo di questa generazione. Reale invece sono i loro occhi smarriti, già provati da due anni di isolamento, mascherine, vaccini e tamponi. Per me, che non mi sono mai sentito un sacerdote sull'altare, uno sciamano con tutti i suoi adepti adoranti, arriva inesorabile il momento della inadeguatezza, perché potrai anche aver studiato e approfondito tanto la storia,  la politica e l'antropologia, cercando di trovare riparo nelle razionali visioni e nei geometrici percorsi della filosofia della storia, che tanto ti appassionavano durante gli studi all' università; ma come fai a tranquillizzare e far capire, l'insensatezza del sostantivo guerra, se non con spiegazioni fallimentari che affidano la ragione, lì dove ragione non c'è, al fatto che ci sia sempre in mezzo il denaro e il potere. Tutto questo perché le guerre non le ha mai vinte nessuno, ma a perderle, invece, sono sempre in tantissimi. Allora, nelle strade tortuose e impervie, del solito e immarcescibile est europeo, si dispiega con ineguagliabile potenza, il racconto della solita umanità dissociata e nichilista, pronta ad affogare la propria parte sentimentale; nel solito bagno di sangue e sofferenza. Penso che insieme alla guerra, quello che ci fa più paura e che annichilisce l' animo nostro è il pensiero che forse tra qualche tempo dovremmo rinunciare al  mito malato del progresso e  della crescita alla quale siamo stati abituati fin da bambini, e che tanto male ha fatto a quella parte del mondo, che in queste ore non dorme nell'attesa delle decisioni di un autocrate malato di mente e di una banda di ipocriti che ci hanno spiegato che chi nasce, dalla "parte" giusta del mondo non ha nulla da temere.

domenica 13 febbraio 2022

La locomotiva.

Ci sono giorni che possono con la loro insignificante routine segnarti dentro, più delle "sapienti" mani di un tatuatore. Succede che ti trovi in un piccolo ufficio del tuo comune di residenza. Una signora gentile con sguardo bonario e tanta pazienza risponde ormai da diverse ore alle richieste più assurde, di cittadini disperati in cerca di chissà quali sussidi che possano risolvere come in una bella storia i problemi di chi vive non sapendo se domani potrà mettere insieme un primo con un secondo. Pochi minuti di attesa prima del tuo turno, l'unico pensiero che in quel momento occupa la mia testa è quello che devo sbrigarmi perché ho mille altre cose da fare. Non riesco, per egoismo e stress accumulato, a vedere che intanto dietro il vetro dell' impiegata paziente si materializza una bella signora dagli occhi color cielo di Lombardia; quel cielo limpido che improvvisamente arriva, quando dal versante sud il phöen spazza via inquinamento e nuvole color grigio topo. L' anziana signora inizia ad inveire contro i comunisti, intimando con tono perentorio al suo improvvisato uditorio di non votare Pd. Guarda tutti negli occhi e coperta dai suoi miseri cenci raccattati chissà dove racconta dell' ultima notte passata che è stata per lei difficilissima, una casa senza servizi essenziali, confortata solo dalla luce di una lampada a batterie donata da qualche anima pia. Al freddo e al buio racconta di aver pianto e di aver odiato con tutta se stessa chi non le aveva concesso un sussidio per portare avanti una vita dignitosa. Sopprimo subito la voglia di mettermi a spiegare alla signora che la colpa non è certo di altri disperati come lei, gente dalla pelle color ebano. La politica teorica non serve, la sociologia nemmeno e neanche le raffinate analisi dei burocrati di Bruxelles. L' unica cosa che riesco a fare è avvicinarmi mentre lei ripete come un mantra ossessivo di non votare i comunisti, mentre lo fa mi stringe la mano nella sua ed io intanto comincio a sentirmi in colpa, non so perché ma la sensazione è quella. Riesco a pronunciare timidamente una frase che suona più o meno così : " ha ragione signora, la capisco". Arriva il mio turno faccio la mia domanda e vado. Sto qui a scriverne a ventiquattr'ore di distanza e quella strana sensazione di vergogna e inadeguatezza non mi è passata.

venerdì 11 febbraio 2022

The Life of David Gale.

The life of David Gale
 C'è molta filosofia nell'ultimo film del regista di opere come "Fuga di Mezzanotte" e "Birdy", ma c'è anche tanta passione e sofferenza ed impegno civile.
 "The life of David Gale" è la storia di un martirio, del sacrificio estremo di un attivista delle organizzazioni che in America combattono la pena di morte, la storia di David Gale, sublimamente interpretato da Kevin Spacey.
 La scena sono i paesaggi del Texas dove una giovane giornalista di grido Bitsey Bloom (Kate Winslet) è inviata per realizzare un'intervista a David Gale, un condannato a morte prossimo all'esecuzione capitale.
 Forte di uno script ricco di mistero ma anche colto e zeppo di citazioni filosofiche, il film scorre tra flashback che raccontano le vicende che hanno condotto Gale alla condanna a morte e le indagini che la giornalista, coadiuvata dal collega Zack (Gabriel Mann), svolge per arrivare all'incredibile, e paradigmatico, finale.
 Alan Parker domina con maestria ed estrema originalità l'ottima sceneggiatura di Charles Randolph (professore di filosofia a Vienna, alla sua prima fatica come scrittore). Il regista inglese riesce ad enfatizzare, impreziosendoli, i dialoghi dello script che costituiscono certamente uno dei punti di forza dell'opera. In particolare, vi segnaliamo il dialogo sulla veranda, di sera, tra Spacey e la commovente Laura Linney (nella parte di Constance, vero motore di tutta la storia): dialoghi da manuale.
 Come detto, il film tratta il problema delle condanne a morte che in America si comminano con sempre maggior frequenza. Questa volta non si racconta un fatto di cronaca né si predilige il lato emotivo sentimentale vissuto dalla vittima e dai suoi parenti. L'ottica scelta è prettamente di logica filosofica. Si vuole dimostrare l'inefficacia del mezzo e, soprattutto, la sua fatale fallibilità. Il film vuole però anche focalizzare l'attenzione sul ruolo degli attivisti cercando di individuare quale debba essere il giusto confine tra passione ideologica e fanatismo. Ma non è solo un film politico, "The life of David Gale" è anche un convincente thriller. Infatti Parker, in questo film che ha prodotto assieme a Nicolas Cage, sceglie la via del mistero e della suspence per arrivare al risultato finale. L'idea di raggiungere più gente possibile grazie alla scelta di uno stile popolare, in questo caso, è certamente vincente. Così come vincente ed entusiasmante è stata le scelta di scegliere due interpreti come Kevin Spacey e Laura Linney. I due sono autori di veri e propri pezzi di bravura recitativa tali da lasciarci veramente a bocca aperta.
 "The life of David Gale" è un film assolutamente da vedere e da far vedere. Perché?
 Perché "in conclusione una società civilizzata deve convivere con una dura verità: chi cerca vendetta scava due tombe".

lunedì 7 febbraio 2022

Riflessione veloce. Letteratura grande amore.

La letteratura come un sorso di acqua fresca ti disseta, trovi in essa pagine di certezza e relax. Il bello che il costo di simile viaggio è poco rispetto all'incredibile esperienza sensoriale che essa produce. Amo il fruscio sequenziale dei fogli e la sensazione fisica di benessere che produce la sequenza di simboli color nero. La letteratura non salverà il mondo come un bilancio di una multinazionale ben fatto, non mostrerà mirabilie comunicative alla velocità della luce nell'ossessivo sogno che l'importante sia comunicare sempre e comunque tralasciando contenuti ed emozioni. La letteratura rallenta e accelera, però solo lei sa quando; uno start e stop di emozioni e di scottanti verità.

Cento domeniche.

Albanese come sempre è magistrale nel ruolo dell'uomo comune, quello fuori dai canoni correnti, la persona onesta che crede  nella buona...