mercoledì 30 marzo 2022

I migliori, il merito, la memoria

I migliori, il merito ma soprattutto la memoria. Alla scuola italiana non serve il nozionismo sterile,di domande fuori dal mondo e dalla storia, roba obsoleta proposta da baroni universitari, sepolti nei loro studi a sfruttare matricole di talento, che con il tempo, avendo imparato la nobile arte dell'uso e abuso della corruzione, hanno usufruito di assegni di ricerca che contano più di dieci anni di navigazione tra i flutti di una burocrazia scolastica che cannibalizza acronimi e inconcludenza. Mentre genitori violenti e dirigenti, allevati come polli di batteria, si sbranano i proletari del tempo nostro. Il tutto condito da anni di master, ruoli "apicali" mal pagati e soldi spesi a più di mille chilometri da casa. Ma che vi frega a voi dell'empatia, che vi frega a voi della capacità innata di unire, quella si di tipo manageriale, gruppi di ragazzi eterogenei. Che vi frega di scegliere i migliori, quelli che accendono la curiosità, strumento primigenio di conoscenza, quelli che la cultura e fare lezione con loro e per loro, in un circolo dialettico che privilegi la voglia di sapere, al di fuori di sterili e inconcludenti metodologie da manuali scritti e pensati da docenti frustrati,che credono di essere gli eredi di Jung, ma hanno la stessa efficacia di una televendita di Roberto il Baffo su telelombardia alle due del mattino. A voi che disquisite di Costituzione e di rispetto della stessa, perché i concorsi sono la via maestra, l'unica.Fate finta di non sapere che un grande Costituzionalista ( Mattarella ) ha istituito il doppio canale. A voi, alla vostra furia iconoclasta, che se ne frega della continuità didattica, delle multe pagate alla Comunità europea. A voi che avete umiliato, perseverando nella vostra posizione, migliaia di professionisti, che con onore e disciplina hanno servito lo Stato e le sue istituzioni, da posizioni di retroguardia per stipendi da fame. A voi che cercate di metterci al bando, perché lo stomaco si sa porta tanti voti e allora il professore è asino se non organizza una unità di apprendimento su Cecco Angiolieri in quindici minuti, a lui preferite l'inadatto, quello che non guarda in faccia gli alunni, quello che chiude la porta perché in classe ogni mattina parte lo spettacolo più bello del mondo, il circo, con leoni e domatori scadenti. A voi che non conoscete cosa sia l'erotica dell'insegnamento, che scambiate la cultura per nozionismo e non per la capacità di organizzare e trasmettere la conoscenza. Sappiate che non potete continuare così, prima o poi qualcuno vi chiederà il perché. 
Un docente di ruolo da quattordici anni.

Sulla riva!!!

Non si finisce mai la strada intrapresa. Temporeggiamo perché ci conviene, stiamo seduti ad aspettare perché abbiamo paura delle conseguenze. Stiamo bene come stiamo, perché due calcoli in fondo li sappiamo tutti fare, perché il rischio di rimanere a " piedi " non piace quasi a nessuno. Altre volte ci convinciamo che è meglio l' immobilismo travestito da finta tranquillità borghese. Pensiamo di dover crescere, cambiare, maturare, perché nulla è per sempre e poi ci crogioliamo in una stupida e improduttiva indifferenza nei confronti di tutto ciò che ci circonda. Certo calcolare, razionalizzare non è assolutamente peccato; però finisce sempre che si guardano gli " altri ", quelli che ci provano con disprezzo tanto inutile, quanto stupido. 
Chi prova diventa immediatamente repellente e moralmente poco raccomandabile, ha qualcosa da nascondere, gestisce i suoi loschi affari in maniera disdicevole. Guardiamo quasi sempre con sospetto chi prova a migliorarsi, senza capire che forse mentre lo guardiamo, stiamo guardando quello che vorremmo essere ma lo specchio riflette altro. Odio comunque gli arrivisti, i buoni per tutte le stagioni; quelli per intenderci sempre in offerta speciale, per loro non finisce mai il periodo dei saldi. Odio i cattivi, quelli silenziosi che assemblano pensieri squallidi come in una terribile e noiosa catena di montaggio. Odio gli sponsor dei buoni sentimenti, chi avvelena i pozzi e guarda la gente scannarsi con in bocca un sorriso; meglio uno stronzo/a che non nasconde a nessuno la sua più intima essenza, meglio i rumori molesti che provengono dalla pancia, che le parole melliflue pensate per colpire senza pietà alcuna.

mercoledì 9 marzo 2022

Il sonno dei giusti.

Politologi informati, sempre dalla parte del giusto e della verità, apologeti della giustizia proletaria, cantori del sol dell'avvenire, delle magnifiche sorti e progressive, voi che urlate, puntate il dito, accusando urbi et orbi l' universo mondo di collaborazionismo nazifascista. Voi che mangiate pane e geopolitica, che conoscete le coordinate geografiche di ogni singolo tubo del gasdotto che riscalda i vostri dotti culi, pronti a sparare su chiunque pronunci la parola pace, senza aver fatto prima un lungo elenco di tutti i paesi bombardati da quelle merde di occidentali. Voi che date lezioni a Lucio Caracciolo, trattandolo come uno scolaretto dell' ultimo banco; volevo sapere, tra una dotta dissertazione sui destini del mondo e un rimbrotto all' ignorante di turno, cosa pensate delle bombe su un ospedale pediatrico. Ero curioso di conoscere, quali tortuosi percorsi dialettici, utilizzerete per giustificare l'ennesimo passo verso l'abisso. Non prendetevela se utilizzo questo tono sarcastico, non lo faccio per offendervi cari spiriti eletti, scrivo queste parole perché sono uno semplice, non passo il mio tempo a leggere rapporti riservati del KGB, non conosco i loschi affari della massoneria internazionale o delle lobbies delle armi, ed anche se la storia la insegno, non riesco a tenere una approfondita dissertazione sul melting pot russo. Solo un motivo mi ha spinto a scrivere queste parole, stasera guardavo mio figlio, sei anni, gli occhi belli e curiosi di chi ancora deve conoscere il mondo, dormire il sonno dei giusti, mentre a poco più di mille chilometri decine di bambini come lui trovano la fine della loro breve vita sotto un cumulo di detriti e domani non andranno a scuola.

Cento domeniche.

Albanese come sempre è magistrale nel ruolo dell'uomo comune, quello fuori dai canoni correnti, la persona onesta che crede  nella buona...