Sudano per dieci mesi, sono assistenti sociali, guardie carcerarie, pedagogisti e surrogati di genitori assenti.
Compilano pdp, pei, verbali dei consigli di classe, preparano lezioni a loro spese, fuori orario e fuori budget.
Coprono centinaia e centinaia di chilometri durante l'anno, in automobili obslete o su mezzi pubblici fatiscenti e pericolosi, alcuni emigrano lasciando vite consolidate e mogli e figli da mantenere.
Hanno curriculum e esperienze di vita da far impallidire Ferdinando Magellano e Umberto Eco.
Coprono buchi che nessuno vuole coprire, sono vilipesi e sminuiti anche da colleghi frustrati che fanno a gara a chi ha il " pene " più lungo, persone che pubblicizzano titoli comprati al mercato delle vacche della grande fiera dell'istruzione.
Chiedono quello che in un qualunque paese civile dell'Occidente democratico e evoluto è pura e semplice normalità, perché non c'è nessun tipo di lavoro, pubblico o privato che ti utilizza per tantissimi anni e poi ti butta via, sulla base di un concorso assurdo fondato su uno sterile e enciclopedico nozionismo fuori dal tempo e dalla storia.
Concorsi che premiano, la maggior parte delle volte, persone prive di ogni tipo di intelligenza emotivo/relazionale.
Poi arrivano ministri e sottosegretari, da trent'anni a questa parte, che non hanno nessun tipo di legittimazione popolare e culturale e iniziano ad offenderli, nella peggiore tradizione italiota che ha come suo unico comandamento, l'eterno e immarcescibile:" fai quel che dico, ma non quel che faccio"
Si dice che in Giappone le uniche persone che hanno la stima e il rispetto dell'imperatore siano i docenti.
Forse è per questo che in Giappone ricostruiscono una città di milioni di abitanti in due settimane, mentre in Italia cadono ponti dopo dieci giorni dall'inaugurazione?