Esigenza di raccontarsi in maniera disordinata. Voglia di comunicare, anche quando non farlo sarebbe meglio. Tensioni da scaricare, flusso di coscienza come cura e tanta voglia di lasciare, magari solo per un secondo,un attimo di riflessione. Alla fine siamo quello che "scriviamo". Parole usate con cautela e rispetto,questo il principio che mi guida. Buona lettura!!!
giovedì 15 aprile 2021
Luce perennemente accesa.
Se pensiamo a quante semplici azioni facciamo ogni giorno( pagare una bolletta, mandare una mail, scrivere qualcosa sui social, usare le tessere fedeltà nei centri della grande distribuzione, prelevare allo sportello, frequentare un corso di formazione su una piattaforma del cazzo, scaricare dalla rete contenuti di ogni genere, tenere accesa la Wifi sul nostro smartphone, trovare un indirizzo in una città sconosciuta, calcolarne la distanza e il tempo di percorrenza, chiamare un taxi, ordinare del cibo a casa, utilizzare l'account g- suite anche per andare in bagno, sputtanarci l'inferno che abbiamo dentro in questo oceano di solitudini che si incontrano chiamato Facebook) il problema allora non è più l'app per il covid, siamo noi che non sappiamo più stare in silenzio e pensare, ascoltando il rumore che fa il tempo che passa.
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