Il vento in faccia, la pioggia negli occhi, il sole che ti brucia la pelle. L' intero universo che marcia in direzione ostinata e contraria alla tua. È il tempo delle cadute, della pazienza finita da un pezzo, della tua proverbiale calma e fermezza che da tempo chiedono di essere ricaricate con una dose massiccia di uranio arricchito. È vero si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, ma tu non sei un poeta immortale. Se il fato si accanisce cadi e ti rialzi finché gambe, cervello e cuore non finiscono di parlarsi. Certo, niente di grave, di irreparabile, solo una serie di piccoli episodi quotidiani, che alla lunga bruciano anche i muscoli più allenati, i cuori più aperti, i cervelli più elastici. Ti chiedi del perché, se una giornata inizia male, finisce di merda. Allora quei pochi rimasti che ti vogliono bene, ti dicono di pensare alla salute, che in fondo sono "cazzate", che i problemi veri sono altri. È vero, ma per uno come me, cresciuto nel brodo primordiale di un fatalismo che tanto male ha fatto alla mia terra, arriva il momento che dici basta, anche perché é vero, ho una famiglia bellissima, litighiamo sempre, poi la sera ci abbracciamo, un lavoro che amo é la tendenza a curarmi con il bello che mi circonda, ma alla fine ti stanchi lo stesso, la rottura di coglioni diventa ineludibile, come le rondini in primavera. Vabbè per stasera può bastare!!!
P. S. Istruzioni per l'uso. Non è un successo niente di grave, solo una tempesta di guano al centro di Piazza Duomo a Milano.
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