mercoledì 3 novembre 2021

Come si muore, dove si muore, perchè si muore.

Non si muore solo di fatalità ed eventi eccezionali, si muore di corruzione, di delinquenza organizzata, di mazzette e di uffici tecnici pieni di inetti, raccomandati e corrotti. Si muore di condoni, percepiti nel sentire comune dell' italiano medio come " gesto riparatore " di presunti torti subiti. Si muore di rassegnazione e del " tanto non cambierà mai nulla". Si muore di intere generazioni non educate al bello, di egoismo sociale e di povertà. Si muore di ipocrisia politica, di convenienze momentanee e di danni permanenti. Si muore di giustizialismo a senso unico e di radicata e profonda ignoranza. Si muore e non si urla, si muore perché forse un Dio malvagio e disonesto ha disposto che così debba essere. Si muore in maniera uguale, ma anche diversa: perché se ti frana addosso una collina a Belluno è il fato cattivo che ci ha messo le sue sporche mani; anche se poi un grande esercito di formiche operose rimetterà a posto tutto, senza l' aiuto di nessuno. Perché Roma è pur sempre ladrona anche se tra Trastevere e i Fori Imperiali, arrivando a Montecitorio la lingua è quella Tosco- Padana da più di trent'anni. Se invece hai la sfortuna di morire sulla Statale che ti porta a Tropea " sutta a i petti " di Monteporo allora è il terrone mafioso che ha distrutto il territorio, circondato dall' inedia di un popolo nullafacente. 
Si muore di dolore e di silenzi assordanti. Si muore, ma non è giusto farlo così.

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