Credo che qualche domanda lo schieramento democratico dovrebbe porsela.
Il mito dell'uomo vincente, dell'uomo di successo, di quello che parafrasando uno slogan di una pubblicità - non deve chiedere mai - è ormai stantio e poco produttivo.
Inviterei i "capi " del Centro - Sinistra a rimettersi in cammino, a consumare la suola delle loro hogan, a sciogliere i nodi delle loro cravatte di Marinella e a frequentare le terrazze, non quelle romane sul Gianicolo, ma quelle delle case popolari delle periferie delle grandi città.
Studiare e trovare soluzioni al suk multietnico di San Salvario a Torino, entrare nelle case Aler di Milano a respirare disagio e disperazione, presidiare i quartieri dell'estrema periferia della capitale; quelli oltre il raccordo anulare.
Passare poi per i quartieri della zona Nord di Napoli o cercare di capire cosa c'è dietro le "stese" della paranza dei bambini nelle vie bellissime e disperate della Napoli storica.
Provare ad aprire una volta per tutte la questione ndrangheta, con tutto quello che ne consegue.
Non lasciando soli quei "pazzi" e coraggiosi operatori dell'informazione ululare alla luna di questo cancro nazionale.
Ridiscutere di una regione come la Sicilia, che conosce una stagione di mafia silente ma non assente.
Avere il coraggio di parlare di equità combattendo con tutte le forze il tumore in metastasi dell'evasione fiscale, dell'elusione e del lavoro nero.
Parlare di immigrazione come di una risorsa, ma anche di flussi umani da controllare alla quale dare una speranza; magari affidando questo compito a persone come Mimmo Lucano primo cittadino di un minuscolo paesino calabro, che ha creato dal nulla l' utopia di una comunità multietnica.
Mettere al centro della propria agenda politica la cultura e l'istruzione per tutti, la ricerca come mezzo per uno sviluppo sostenibile e duraturo.
Un piano nazionale di piccole ma necessarie opere pubbliche, che faccia ripartire l'economia guardando con particolare interesse al recupero di un territorio debole e devastato.
Questo e mille altre cose dovrebbero fare i democratici, non basta più nascondere la testa sotto la sabbia, indicando come nemico da abbattere quello di famiglia.
Non basta più raccontare che il popolo è coglione ed ignorante quando ci volta le spalle, perchè si affida al bieco razzismo bottegaio della Lega, al pressapochismo qualunquista e ipocrita dei Cinque Stelle.
La comunità ha bisogno di ascolto, non di finanzieri delinquenti nelle convention di partito; la strada è lunga ma soprattutto ci vuole molto coraggio.
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