giovedì 11 giugno 2020

Unità.

Sono passati un po' di anni, ma questa breve storia ve la voglio raccontare. Stavamo facendo insieme ai compagni della Flc cgil di Lodi un presidio, con relativo volantinaggio, davanti l'Ufficio scolastico provinciale. Erano tempi duri per la scuola, a dir la verità lo sono sempre stati, a quel tempo, posava il culo sulla poltrona di Viale Trastevere a Roma tal Gelmini Maria Stella.Durante quei dieci mesi, furono "espulsi" con la forza scriteriata di una politica liberista circa 81.000 docenti precari, i più fortunati lavorarono circa cinque mesi su dieci. Ho visto con i miei occhi colleghi titolati, preparati e umanamente ineccepibili piangere lacrime di sconforto. L'unica forma di lotta era presidiare gli uffici scolastici per far si che qualcuno tra gli alti papaveri ascoltasse la voce di queste persone. Il presidio era composto da non più di dieci docenti, nonostante le settimane precedenti all'azione sindacale erano state settimane di intensa propaganda urbi et orbi. Ad un tratto, a metà  mattinata, il mio  sguardo è  attirato da cinque bandiere della Fillea, per chi non lo sapesse è il sindacato degli edili, si avvicinano ed iniziano ad aiutarci. Ero incredulo, gente precaria, con stipendi bassi a rischio sfruttamento, che aiutava una categoria " protetta ", gli statali, seppur precari. Ebbene da quel piccolo e insignificante episodio ho imparato che senza unità non si va da nessuna parte; ecco perché  mi " sale " la bilubirina, ogni volta che leggo o sento qualche utile idiota, servo inconscio del capitalismo di rapina, che crede che far valere i propri diritti, significhi toglierli agli altri. Niente di più miserabile e nichilista in tema di diritti.

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