Racconta mio padre, che mio nonno, maresciallo dei carabinieri durante la seconda guerra mondiale in un piccolo centro Aspromontano,venne chiamato da cittadini vessati in un piccolo bar da "canaglia nazi-fascista".
Intervenne insieme ad un carabiniere semplice, rischiando la deportazione in Germania, se non fosse stato per la ribellione dei cittadini del luogo.
Racconta mio padre che mio nonno insieme ad altri splendidi servitori dello stato arrestò quasi in flagranza di reato un "gigante pazzo", che aveva appena ucciso un poveraccio che nonostante il tradimento della moglie con il soggetto in questione tentava di riportare a casa l'amore della sua vita.
Il pover'uomo finì testa in giù nelle splendide acque del Tirreno, all'omicida portato in caserma e difeso dalla rabbia popolare furono assicurati tutti i diritti di una costituzione appena nata.
Orgoglioso di avere avuto un nonno della quale porto il nome, che ha difeso i diritti di tutti anche degli assassini e che portava con onore e passione la divisa.
Mio nonno non avrebbe condiviso o nascosto le porcherie dei casi Uva e Cucchi.
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