lunedì 13 aprile 2020

Riflessioni veloci. Garanzia un giorno.

Nessuno è  eroe. Avrei preferito che queste persone potessero lavorare in sicurezza. Non mi piace questa parola,  eroe è  chi si sacrifica  in una situazione nuova, inaspettata. Queste persone hanno un volto, una storia da raccontare, un vita dedicata alla passione per gli altri. Bisognava rispettarle, mettendole in condizione di lavorare in sicurezza. Ed anche se l'hanno fatto lo stesso è  perché prevale nelle loro mani, nel loro cervello, nel loro cuore, l'istinto primigenio della salvaguardia dei loro simili.  Come quando muore un testimone di giustizia, un magistrato, un cittadino che decide da che parte stare, tutti ad abusare di questa parola tra il mito e la leggenda. Le parole si svuotano quando ne abusi. Chiedete ai famigliari degli operatori morti se preferiscono una targa o il loro caro, chiedetelo poi ne riparliamo, chiedete anche, a chi di competenza perché in Italia, nella civile e laboriosa Lombardia il perché di questa ecatombe, perché  non bisogna avere qualità o titoli speciali per capire che molte di queste tragedie potevano essere evitate, se solo si fosse ragionato sul fatto  che le cure, la sanità,  la tutela della pubblica  salute, non sono una porcilaia dove gozzovigliare per potere e soldi. Oggi da cittadino, ligio alle leggi, ringrazio con le lacrime agli occhi questi dipendenti dello Stato Italiano, a proposito  dipendenti statali mettettevelo bene in testa, ma le mie sono lacrime  di rabbia, che più  che ricordare dei professionisti  morti, simboleggiano la rabbia per questa società  predona e strafottente.

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