Il cooptato.
Compiacente il cooptato ragiona così, rivolgendosi all'autoctono.
"Poteva andare peggio, la probabilità di trovarti di fronte un parassita, un delinquente, un poco di buono, come ben sai è molto alta".
Il cooptato crede di essere integrato ma è solo accettato. Dicono del cooptato: " è una brava persona, vedi che c'è del buono anche in chi è nato a Sud della linea Gotica".
Per intenderci è come quando spiego a qualche genitore che il pargolo ha dei limiti ma l'impegno non manca.
Il cooptato quindi non discute, non porta il suo contributo, al massimo s'impegna per avere l'illusione di aver raggiunto la benevolenza del popolo evoluto, che "generosamente" lo ospita.
Il cooptato è un povero di spirito non ricorda più le sue origini, la sua storia, le mille storie del luogo di provenienza, che forse non ha mai vissuto a pieno o che molto probabilmente non ha mai conosciuto.
Il cooptato non ha gli strumenti per sostenere una tesi, un pensiero suo.
Spesso il cooptato prende in giro chi invece ancora mantiene orgoglio e memoria, ragionando come i suoi "padroni di casa" ; in maniera triste cerca di ridicolizzarlo.
Ma il vero dramma del cooptato per tutto il tempo della sua vita insignificante è quello di essere stato un disadattato al Sud ed un deriso al Nord.
" Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia.
Altri scrivono per loro altri libri, li forniscono di un'altra cultura, inventano per loro un'altra storia.
Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato. E il mondo intorno a lui lo dimentica ancora più in fretta".
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