Caro Feltri io non ti insulto, se qualche volta l'ho fatto, dicendoti che te la fai spesso sui pantaloni ti chiedo scusa.
Da dove vengo io, profondo sud che più profondo non si può, le persone anziane, non i vecchi rincoglioniti come avrebbe detto e scritto lei con il suo linguaggio colorito, si rispettano perché custodi di memorie e storie.
Lei sta vivendo questa ultima parte della sua vita male, perché ha fatto emergere tutto il peggio che una certa " cultura nordica " ha sempre propagandato, dipingendo il meridionale come brutto, sporco e cattivo ed anche deficiente, nel senso di mancante.
Sa qual è il problema? Che lei, chiuso nella sua bella casa di Bergamo, che tra l'altro è una città bellissima, non riesce o non vuole guardare al di là del suo naso, tranquillo non faccio battute sul suo aspetto fisico.
Lei è come tutte quelle persone che non sono mai uscite dal proprio quartiere, che credono che il sole sorga e tramonti nel proprio recinto geografico e mentale che sicuramente si ferma qualche chilometro prima di Piacenza.
Magari mi sbaglio, magari avrà girato il mondo, ma l'ha fatto con gli occhi, le orecchie e il gusto di chi cerca la polenta a Nairobi o di chi sostiene convinto che il teatro greco di Siracusa, sia da abbattere magari costruendoci sopra un bel capannone utile alla logistica, perché tutti lo sanno, prima gli sghei; d'altronde la cultura è una cosa da ricchioni al limite da meridionali frustrati che studiano per poi insultarti sui social.
Comunque non penso, quando vieni fuori, in tutto il tuo splendore di noto pensatore longobardo, che il tuo sia un problema di arterie poco funzionanti.
Penso piuttosto che in quello che dici e scrivi ci sia del metodo finalizzato alla vendita del tuo giornaletto insignificante.
Conosci bene i tuoi polli, li hai allevati per anni a insulti e razzismo, sai benissimo che più aumenta la quantità di letame, che giornalmente, con maestria degna di menzione spali, più la tua tasca, insieme a quella del tuo editore, che ti permette simili porcherie razziste, si gonfia.
Vedi caro Feltri, prima o poi il conto lo paghiamo tutti, ed ho come l'impressione che il tuo sarà particolarmente salato.
Esigenza di raccontarsi in maniera disordinata. Voglia di comunicare, anche quando non farlo sarebbe meglio. Tensioni da scaricare, flusso di coscienza come cura e tanta voglia di lasciare, magari solo per un secondo,un attimo di riflessione. Alla fine siamo quello che "scriviamo". Parole usate con cautela e rispetto,questo il principio che mi guida. Buona lettura!!!
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Molto bella Francesco, queste affermazioni di Feltri che sono girate in questi ultimi giorni hanno fatto tanto male, in questo periodo poi in particolare poiché come diceva qualcuno " siamo tutti sulla stessa barca" Non c'è distinzione tra nord sud est ovest, la sofferenza e la paura che ci accomuna è la stessa... Tu hai espresso esattamente quello che ognuno di noi meridionale avrebbe voluto esprimere... 👏👏
RispondiEliminaGrazie per il contributo. Se ti fa piacere, puoi seguirmi. Buon proseguimento.
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