lunedì 13 aprile 2020

Frammenti di storie vere 2

Viaggi e miraggi. 


 Inizia con la sveglia che suona sull'ora di Limerick,  peccato che sono le 4,00 del mattino ed un’ ora è già passata sul programma  di rientro al Sud.
Il tempo scorre veloce carichi la macchina e si  comincia; la "sonnecchiosa" cittadina dorme ancora, forse dorme sempre  durante  l'anno ma stamattina ancor di più.
Il tempo di superare alcuni  semafori ed alcune rotonde simbolo di un finto progresso che ha  cementificato anche le anime ed eccoci di fronte al casello.
In  autostrada grossi bestioni gommati rombano vicino alla piccola e scattante  utilitaria; 189 Km mi portano fino a Bologna la grassa; ed è quasi  giorno.


Fino a quel punto la notte avvolge la macchina proteggendola da  occhi indiscreti, l'alba svela la nostra origine e la nostra destinazione;  due grosse valige ed il  sedile posteriore ribaltato ci uniformano a mille  altre macchine ed a chi da decenni aspetta l'estate per un effimero periodo  di riposo che faccia dimenticare le brume invernali padane.

Intanto il  tempo passa, le voci dei giovani cantautori ed i suoni etnici irlandesi mi  tengono compagnia, insieme a mia moglie decidiamo che è tempo di fermarsi  per il ristoro prima di proseguire, ma ci sono ancora chilometri di draghi  gommati da superare in quella interminabile metafora italiana che è la  variante di valico; strada dall'attenzione alta e dai percorsi tortuosi  in un infinito sali e scendi.

Penso a quando finisco e all'autogrill  con i suoi costosi cornetti  di cartone ed il cappuccino con poco caffè  ed un finto latte.
La cosa che noto dopo 296 Km di strada è che la luce  del giorno è diversa rispetto all'alba che solo il giorno prima mi aveva  visto sonnecchiante e stressato nella città di Fanfulla da Lodi, soldato di  Ventura che trovò la morte nella battaglia di Pavia il 24 febbraio del 1525.
Penso alla faccia di un cittadino lodigiano nel momento in cui smontando  ogni sua certezza ed il suo forte spirito campanilistico gli ho riferito che  secondo il Guicciardini, Fanfulla da Lodi in realtà era cittadino di Parma,  il tutto mentre lui orgoglioso ancora mi raccontava della disfida di  Barletta che lo vide protagonista insieme a Ettore Fieramosca e ad altri  tredici guerrieri italiani combattere valorosamente contro altrettanti  guerrieri francesi e mentre corredava il suo racconto del fatto che durante  la battaglia, lo stesso pur rimanendo appiedato riusci ad uccidere un gran  numero di nemici.
Sadicamente ed in maniera divertita smontavo almeno un  poco le sue certezze di cittadino Laudense.
Il cappuccino è finito, si  riparte su un nastro asfaltato migliore con ancora in testa la cadenza  fiorentina, musicalmente valida ma che ti irrita pensando alla loro presunta  superiorità letteraria propagandata con una certa arroganza dagli stessi  fiorentini.
La strada è più larga ed anche il mio modo di guidare si fa  più rilassato; certo ci sono ancora camionisti che pensano sia lecito  piazzarsi in tutte le tre corsie per gareggiare fra di loro, oppure  schiacciare a fondo sul pedale dell' accelleratore in prossimità di una curva  se ti vedono dallo specchietto in fase di sorpasso.
Il paesaggio intanto  cambia, non più capannoni di logistica vuoti e mega, super, ipermercati ma  case e palazzi sparsi in mezzo ad una natura aggredita e offesa di un Italia  colpita al cuore fra le cose  che ha di più caro; il suo patrimonio  paesaggistico.
Roma è vicina la seconda fermata pure, minuti in cui si  pensa ai genitori in ansia a casa e alla loro paura atavica per la strada ed  il suo traffico; figli loro di un tempo migliore in cui sulle strade si  poteva anche passeggiare e non solo rinchiudersi in bozzoli ferrosi,  climatizzati e inquinanti chiamate nella maniera più brutale e  impersonale macchine.
Il tempo di una telefonata, di un resoconto  veloce del traffico e del tempo, in quei momenti ti senti tanto speaker  di Isoradio, e si riparte con in testa il pensiero fisso che la prossima  tappa sarà, almeno per il momento quella definitiva.
Napoli si avvicina e  poi la Caserta-Napoli con la visione fulminea di un cartello che mi  preannuncia l'avventura futura SA-RC 40 Km, distanza che copriamo in un  battito d'ali.
Alla barriera di Salerno in attesa della mazzata che mi  colpirà, con l'ennesimo aumento delle tariffe autostradali, una voce ed un  urlo liberatorio attirano la mia attenzione ed il mio corpo stanco trova  ristoro spirituale in una repentina e fulminea frase che suona così: " Ao  staiu appicciandu, manchi i cani aiu ancora m'arrivu a Riggiu".
La  traduzione suona più o meno così: " Sto morendo dal caldo, mamma mia devo  ancora arrivare a Reggio Calabria".
L'espressione "manchi i cani" viene  tradotta non letteralmente ma a senso con mamma mia; anche se sta ad  indicare che condizioni simili di viaggio nemmeno i cani le  affrontano.
Rido di gusto insieme a mia moglie ed entrambi pensiamo  umanamente agli ultimi 35 Km che ci separano da gustose mozzarelle di  Bufala, da un comodo letto e da una rigenerante doccia.     


L' arte di correre.

Cos'è il talento? Cos'è la creatività? Un libro che racconta e descrive come vive uno scrittore maratoneta. Una persona determinata,...