sabato 18 aprile 2020

Anime nere di Francesco Munzi.

Anime nere di Francesco Munzi ,con uno straordinario Peppino Mazzotta, è ciò che un calabrese come me vorrebbe non vedere.
È il substrato malefico di una società guasta senza redenzione, è vedere vanificate le lotte di emancipazione sociale e culturale che i calabresi onesti e tenaci portano avanti da tempo immemore, è il lato più oscuro della metastasi ndranghetista. 
Le menti "semplici " e colme di pregiudizi ci vedranno solo il rito tribale della capra sgozzata e arrostita, della povera borghese milanese alquanto ipocrita, intrappolata in un gorgo di violenza cieca; dentro un universo di frasi lasciate a metà, di nenie pseudo religiose cantate da donne di nero vestite per niente alfabetizzate.
Eppure se è vero che uno dei difetti più grandi del popolo calabrese è quello di non sapersi raccontare, sia nel male che nel bene, questa volta il ritratto è limpido e chiaro e ci ricorda anche che nessuno si può tirare indietro dal non guardare in faccia la "malapianta", anche la piccola e insignificante borghese ipocrita del profondo Nord dove la "malapianta" alligna trovando terreno fertilissimo.
Una speranza questo film ci lascia nella scena finale da tragedia greca cruda e diretta come un pugno nello stomaco.
Un fratello che uccide un altro fratello nel tentativo di redimere nel sangue un passato e un presente di dolore e cieca violenza nella speranza mai morta di un raggio di sole.

Nessun commento:

Posta un commento

L' arte di correre.

Cos'è il talento? Cos'è la creatività? Un libro che racconta e descrive come vive uno scrittore maratoneta. Una persona determinata,...