sabato 18 aprile 2020

Memento.

23 agosto 2016.
Vecchi post sui social.
Cosa non si fa per vendere una copia in più.
Dovreste, se ne avete la capacità, vergognarvi; ma la vergogna è sentimento umano si prova perché si riceve in tenera età educazione ed un minimo di regole.
A voi della Calabria, dei suoi cittadini, non ve ne fotte un cazzo.
Basta spalare letame raccogliendo centinaia di like o vendere qualche copia in più.
Inutile dirvi che siete il trionfo becero del luogo comune, dello stereotipo, tipico di chi della propria pigrizia mentale ha fatto segno distintivo della sua mediocrità e ignoranza.
L' acredine che orgogliosamente mostrate nelle vostre superficiali affermazioni, fa di voi "giornalisti" al soldo del vostro ego ipertrofico e malato.
Voi non sapete niente di quello che è successo, non sapete nemmeno dove si trova la cittadina teatro del tragico avvenimento. 
Non conoscete la sua popolazione e la sua storia, per molti versi gloriosa.
Nessuno vuole negare, l'esistenza di sacche di sottosviluppo sociale e culturale; esistono a Nicotera, Calabria, profondo Sud, ed esistono nelle campagne Venete, Lombarde e Piemontesi.
Di quelli però è vietato parlare in ossequio ad una logica colonialista e razzista che vede nel Calabrese il rozzo e bifolco pastore che si oppose a Roma insieme ad Annibale e che continuo la sua lotta qualche secolo dopo opponendosi alle mire imperialiste francesi con quattro cafoni male armati.
P.S. Lettera appena spedita alla rubrica di Furio Colombo sul " Il Fatto Quotidiano".

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