Mi piace camminare scalzo, vestirmi leggero, tenere sempre la testa alta. Mi piace guardare avanti, le volte che mi capita di voltarmi indietro è per vedere se qualcuno ha bisogno d'aiuto. Sento spesso la necessità del vento in faccia e del sole che scotta. A volte mi sento sospeso tra un religioso silenzio ed un urlo lancinante. Credo di essere nato per contenere emozioni e sensazioni contrastanti. Quando mi sveglio mi guardo allo specchio, ma non per contare le rughe o strappare il milionesimo capello bianco, mi guardo allo specchio per cercare risposte che il più delle volte non arrivano. Non mi curo dell'io perché lo ritengo un esercizio inutile, spreco di tempo e energie. Incontro centinaia di volti, li guardo, li scruto, li spio per cercare di trovare in loro quello che io non ho, per carpirne i segreti, alla fine del giorno mi resta solamente un fastidioso mal di testa, perché pesante è il compito che mi sono dato; provate voi a cercare il cuore attraverso una maschera. Allora non mi resta che contare gli errori, le sconfitte e le vittorie. Non mi resta che respirare a pieni polmoni il fresco profumo della genuinità, del bello e della ricerca del giusto. Non ho più l'età della rivoluzione, anche perché la rivoluzione è sempre, pure quando vai a sbattere contro un muro e l'urto ti tramortisce, tanto poi ti alzi e continui a correre talmente forte che gli occhi sbigottiti della gente che ti guarda, sono la prova che forse, ogni tanto, anche tu hai ragione.
Ok! La ragione è dei fessi, ma vuoi mettere aver ragione in un mondo di malfattori in cattiva fede.
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