mercoledì 12 febbraio 2025

Fenomenologia di "Darione nostro".



Dario Brunori è una luce nelle case d'inverno nei paeselli aggrappati al Pollino.
È lo sguardo severo dei giganti nerboruti della Croce di Magara, guardiani di storie ancora tutte da raccontare. 
È la spiritualità Bizantina di Stilo e la dolce intimità della Certosa di Serra San Bruno.
 È il manifesto di una terra sempre in bilico tra le brutture del tempo e degli uomini e la tempra d'acciaio dei suoi figli migliori, uomini  che " sono cresciuti in una terra crudele dove la neve si mescola al miele" di " persone buone che portano in testa corone di spine".
 "Che hanno imparato sin da bambino la differenza tra il sangue e il vino" e " che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane ".
 Dario è la capacità di utilizzare le parole amore e cuore nello stesso verso, senza essere mai banale o scontato :" Che tutto questo amore io non lo posso sostenere, perché conosco bene le dimensioni del mio cuore".
Dario è la prospettiva sconosciuta dell'amore mai troppo raccontato, di un padre, quello con la maglia da mediano che gioca nelle retrovie portando al riparo la squadra, quando gli avversari minacciano l'inviolabilità della tua porta.
Brunori è la migliore tradizione del cantautorato con un tocco di sana ironica disillusione tipica di chi è cresciuto in una terra madre e matrigna.
È una giornata di luce sul lungo mare di Reggio Calabria intento ad osservare l' illusione ottica della Fata Morgana. 
È il dolce sapore della neve e il vino cotto quando questa terra si veste da piccolo Canada a due passi dal Maghreb.
Dario sono tutti i figli " studiati " che trovano un posto nel mondo, quelli che si portano dietro l' orgoglio e il pregiudizio e che ti vogliono spiegare con la sua poetica leggera, malinconica e a tratti crudele,che anche in Calabria nascono persone che segnano la storia con pagine di genuina bellezza.

Fenomenologia di "Darione nostro".

Dario Brunori è una luce nelle case d'inverno nei paeselli aggrappati al Pollino. È lo sguardo severo dei giganti nerboruti ...