Se dovessi parlare di te a chi non ti conosce, in mezzo al turbinio di emozioni e stanchezza di questi giorni bui, direi che la cosa che più ha segnato la tua esistenza terrena è stata la tua passione per la vita.
Ti abbiamo sempre riconosciuto un carattere spigoloso e tenero, allegro e melanconico eri un ossimoro vivente, pieno di sfumature e mille contraddizioni tutte da vivere.
Erano e rimarranno contraddizioni piene di insegnamenti per chi voleva leggerle e farle sue. La tua etica intransigente sul lavoro ci ha mostrato oltre ogni ragionevole dubbio che uno degli scopi fondamentali del nostro passaggio terreno è senz’altro il donarsi agli altri attraverso i propri talenti, il tuo era quello dei numeri, dei calcoli, della lettura del reale attraverso la razionale arte della matematica.
Molteplici sono i ricordi che in queste giorni di un freddo e piovoso inverno tardivo ci sovvengono, nel difficile tentativo di acquietare un dolore dalle radici salde e profonde.
Le tue cravatte e le tue camicie sempre perfettamente stirate prima di andare a scuola, non ho mai capito chi tra te e la mamma sapesse stirare meglio. I tuoi problemi di geometria solida con le figure perfettamente disegnate a mano su un foglio a quadretti, compiti preparati con la pazienza certosina di un amanuense dell’Alto Medioevo.
Eri un corpo unico con la tua olivetti lettera 32, i tuoi giudizi scritti con una sintassi impeccabile, perfettamente amalgamati all’amore per i tuoi ragazzi e per il tuo lavoro.
Generazioni di ragazze e ragazzi che hanno amato la più ostica tra le discipline e che sono diventati valenti professionisti anche grazie alla tua maestria di saper rendere facile quello che a tanti risulta oscuro e incomprensibile, compreso il sottoscritto.
Carissimo papà tu eri lavoro e famiglia, eri l’orgoglio manifestato più volte nel sapere che noi figli, nonostante i problemi e i pensieri che fanno parte del quotidiano di tutti, avevamo scelto di studiare e realizzarci ognuno secondo le proprie inclinazioni.
Eri passione e attenzione anche nelle cose che ti piaceva fare: la caccia e le lunghe camminate sulle alte colline del Poro, chilometri che stancavano tutti ma non te sorretto come eri dal tuo cuore grande e resistente.
Un cuore che ti portava a nuotare per tante ore con maschera e pinne nelle acque cristalline del nostro mare tra cernie, polipi, spigole e cefali che se non ricordo male erano la tua specialità di omino piccolo e veloce.
Poi c’erano i tuoi libri, la tua passione per la lettura, che un destino cinico e baro ti ha tolto negli ultimi anni della tua vita.
La collezione dei Premi Strega, la Divina Commedia con le illustrazioni del Dorè, le enciclopedie per le nostre ricerche scolastiche, tutti strumenti che ci hai fatto amare e che seppur non figli di questa epoca iper – connessa, ci hanno permesso di affrontare con coraggio il percorso che ci ha portato all’inevitabile e doloroso addio.
Ognuno cerca e non sempre trova conforto e consolazione, chi lo trova nella fede e nella speranza di un Dio giusto e buono e chi pur nella sua più intima debolezza lo cerca nei ricordi e nelle cose belle come l’amore per la lettura e la scrittura che mi hai trasmesso e per la quale non posso che ringraziarti per l’ultima volta.
Caro papà e splendido nonno ti possa arrivare il calore dei nostri pensieri più belli e l’allegro vociare dei tuoi amatissimi nipoti descritti con amorevoli parole sempre piene di buoni consigli e di affettuosi sorrisi.
Vogliamo sperare che esista la “corrispondenza di amorosi sensi”, l’onda elettrica che va oltre la materia e che instaura il rapporto tra chi c’è e chi non c’è più, vogliamo sperarlo perché non avrebbe senso pensare che siamo un mero aggregato di cellule che nasce, cresce e muore.
Tu papà sei stato e sarai storie da raccontare e ricordi da portare nel posto più segreto del nostro cuore, perché come ha magistralmente scritto il grandissimo poeta portoghese Fernando Pessoa: “la morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto. Se ascolto, sento i tuoi passi esistere come io esisto. La terra è fatta di cielo. Non ha nido la menzogna. Mai nessuno s’è smarrito. Tutto è verità e passaggio”.