Dopo la lettura di un post del poeta Franco Arminio, originario di Bisaccia in provincia di Avellino provo,molto più modestamente a dire la mia sulla " vexata quaestio ", Calabria regione irrecuperabile, sollevata da uno degli " idoli " delle folle della sinistra autoreferenziale, mi riferisco a Corrado Augias. Naturalmente il post non ha nessuna prestesa di essere esaustivo e chiaro, sono solo alcune veloci riflessioni che elencherò per punti.
1 ) Derubricare il problema Calabria, al solo problema criminalità e cercare di scaricare, vigliaccamente subdolamente e disonestamente, sulla popolazione tutta i problemi secolari di questo splendido pezzo di Mediterraneo, è una operazione che denota pigrizia intellettuale condita da pregiudizi atavici, che mi piace definire pre-cognitivi.
2 ) Corrado Augias è diventato con il tempo, il tipico "trombone sfiatato" rappresentante di quella specie di sinistra "illuminista" che ha delle serie difficoltà a confrontarsi con l'alterità, con tutto ciò che è densamente poetico e fuori gli schemi di una modernità uniformante e uniformata.
3 ) I calabresi quelli onesti e coraggiosi, ebbene sì ci sono anche quelli, non hanno bisogno di lezioncine stereotipate e asettiche sulla pervasività del fenomeno mafioso e sulla unicità del suo esplicarsi.
4 ) Ci spieghi piuttosto il dott. Augias, se è capace, il perché il fenomeno criminale calabrese con tutto quello che ne consegue in termine di degrado socio - economico, è stato continuamente sottovalutato da chi doveva prendere dei provvedimenti, tra questi molti suoi " amici ". La Santa è un fenomeno storico derubricato fino a non molto tempo fa a delinquenza agro - pastorale, non è forse il compito di un intellettuale, quello di saper leggere l'evolversi delle dinamiche storiche? Augias l'ha fatto?
5 ) Augias è quello che legge la storia del Risorgimento fermandosi alla lettura oleografica dello sbarco dei mille e della spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini.